Oggi ho riversato la mia attenzione su un video presente sul sito della Repubblica. Questo video ritraeva un incidente stradale accaduto a Tel Aviv. La Tv locale per mezzo di telecamere di servizio per il traffico stradale, ha filmato uno scontro tra un motociclista ed un autoarticolato.
La notizia stá nel fatto che accaduto l´incidente nessuno ha fatto nulla per soccorrere il motociclista che scaraventato sull´asfalto ha aspettato chae qualcuno lo aiutasse ma in suo soccorso e´arrivata solo la triste signora.
Il video sconvolgente nella sua crudezza, mi riporta a discutere del rispetto e della umana attitudine di venire incontro al prossimo lasciando cadere qualsiasi investitura di carattere religioso.
C´e´ come una rabbia dentro di noi che ogni tanto ribolle e cerca di fuoriuscire. Una rabbia che noto in me per primo quando il minimo fastidio del normale vivere ci porta a doverci sfogare. Lo sfogo di per sé, se lo si analizza dopo l´evento, non e´ portatore di soddisfazione ma crea rimorso piuttosto che accrescita di instabilitá interiore.
Quando siamo in auto questo sentimento di superioritá emerge con rabbia, come a voler rompere le catene che lo tengono fermo, inchiodato durante le altre ore del giorno. La voglia di proclamare il proprio diritto di supremazia quando le altre auto ci devono dare la precedenza oppure la dimostrazione di grandezza nello sfrecciare sulle strade, ritengo siano esempi chiari di questo atteggiamento aggressivo.
In questo video la mancata corsa a soccorrere l´essere umano disteso sull´asfalto mi stringe la gola, mi fa male. Quell´animale che abbiamo dentro, come cantava anche Franco Battiato, deve essere placato perché é in gran parte colpevole delle nostre azioni instabili.
Basta a volte respirare profondamente, far ridurre i battiti del cuore, far si che ci sia qualcosa di bello che valga la pena di farci ridere e non cadere nella trappola della semplice aggressivitá.
Aggressivitá passiva nel caso filmato, oppure attiva nel caso della decisione di esercitare il proprio diritto di giustizia quando questa non viene esercitata dallo Stato in cui viviamo (e mi riferisco alla mail inviata sempre su Repubblica, da un lettore di sinistra che guardandosi dentro e cercando una risposta alla richiesta di maggiore legalitá si é venuto sentire meno di quell´anima progressista e non violenta).
Legge e repressione non devono convivere, la legge deve essere spiegata ed esercitata nel pieno convolgimento di tutti gli attori. Parlo sia di colui che viene punito che del punitore. Bisogna parlare alla gente per spiegargli cosa é giusto e cosa non lo é e soprattutto perché.
Quando sono a casa a Latina non ci penso due minuti a gettare a terra un pezzo di carta trovato sul parabrezza dell´auto, ma quando sono in Germania mi trovo a volte a raccogliere la carta per la strada e gettarla nel vicino porta rifiuti. Quelle due persone sono sempre io, ma quando sono in Italia l´educazione civica che mi é propria si allinea allo scarso senso civico comune.
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