Cosa è più giusto scegliere tra rimanere o andare? Tra aspettare, rimandare o accettare??
Questa domanda me la sono posta più e più volte, prima di decidermi di partire alla volta di Torino.
Ma il busillis rimane: sarebbe stato più opportuno aspettare altre proposte che fossero più appetibili economicamente e magari in un raggio lavorativo più vicino a Latina, oppure partire verso quella che sembrava un'avventura in tutto e per tutto.
Perchè, non posso definirla in modo diverso, per me questa è un'avventura dove il luogo dove abitare, il lavoro, le persone rappresentano nuovi partecipanti e ambienti tutti da scoprire.
Certo con l'estate imminente, era tanta la voglia di rimanere a casa dove il mare è distante solo 10km invece che partire per Torino dove il mare se lo sognano...e pure quello ligure!!
Ritornando a bomba, tutto si centra sulla questione di carattere nazionale che ricopre in tutto e per tutto la problematica del lavoro in italia: entrare nel mondo del lavoro.
Ma quanto è difficile solo almeno affacciarsi per bussare alle porte di cosa poi?
Certo paradiso, non si può definirlo proprio, dato che il viatico è tortuoso sin dall'inizio.
Tutti ti dicono:"Manda i curriculum via web, cerchi le aziende e mandi una mail!". Sembrerebbe tutto molto semplice, però immaginate voi chi dall'altra parte deve ogni giorno leggersi decine e decine di CV; oltretutto le aziende fanno ormai da anni riferimento a agenzie di lavoro che cerchino manovalanza per loro.
Ed ecco comporsi il puzzle del magico mondo di lavoro: Azienda -> Agenzia Interinale -> Agenzia di Consulenza -> Lavoratore. Vien da sè che ad ogni freccetta lo stipendio viene decurtato a colpi di mannaia per rimanere una poltiglia di piccole dimensioni in mano al giovine lavoratore.
E pensare che all'Università aleggiava ancora la voce di un lavoro certo...addirittura c'erano coloro che raccontavano che aziende di alto livello c'avrebbero contattato prima della laurea!
Cose di un altro mondo... o forse paese europeo!!!
1 commento:
Ancora me le ricordo quelle voci agli inizi della mia avventura universitaria ... cose del tipo:
- "Che facoltà hai scelto???"
- "Ingegneria delle telecomunicazioni!!!"
- "Ottima scelta, tu troverai lavoro ancora prima di esserti laureato, saranno le stesse aziende a venirti a cercare. Bravissimo, hai scelto il campo del futuro".
Ora, quello delle telecomunicazioni si è veramente rivelato come il settore del futuro, e quindi fino a li la scelta è davvero sembrata azzeccata (tanto più in quanto la materia suscita realmente il mio interesse) ma qualcosa nel meccanismo deve essersi ingrippato perchè le cose non sono esattamente andate come quelle persone di cui sopra sostenevano.
Prima compare lo Stato che dice "Mi servono 10 mesi della tua preziosa vita" Alla qual cosa io reagisco dicendo "Caro Stato io 10 mesi non te li regalo, se proprio mi vuoi ti concedo 14 mesi ma me li paghi profumatamente".
Poi dopo questi 14 mesi finalmente la ricerca del lavoro, i CV inviati senza ottenere alcun risultato, la volontà di cercare un lavoro geograficamente vicino; da un lato la paura di rimanere disoccupato, dall'altra la possibilità di aggiungere altri 24 mesi a quei 14 mesi già impegnati ad una paga tutto sommato più che soddisfacente ... e la scelta è stata fatta, la bilancia era troppo sbilanciata da una delle 2 parti.
E dopo questi 24 mesi il ritrovarsi di nuovo di fronte al bivio di prima, ma questa volta quando già la direzione sembrava essere la stessa di prima ecco arrivare, facilitata dalle circostanze favorevoli, la sterzata improvvisa, i segni delle gomme sull'asfalto, la vecchia direzione che si allontana avvolta dalla polvere. Risultato: paghe basse e 40 ore a settimana di lavoro (prima ne facevo 36), ma almeno mi sento professionalmente e personalmente molto ma molto più soddisfatto. Per ora.
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